All’interno di una piccola gola tra Goriano Sicoli e Castel di Ieri è situato l’eremo della madonna di Pietrabona, un piccolo gioiello incastonato tra la vegetazione della località di Rio Scuro.
Il sito è nominato nelle bolle papali di Lucio III (1183) e Clemente III (1188), mentre nel 1223 è citato anche in una bolla di Papa Onorio III. Queste sono le uniche fonti dirette giunte fino a noi.
Pur essendo menzionato per la prima volta nel XII secolo, l’eremo ha una storia di ben più antica origine, a cui numerosi studiosi si sono affascinati e continuano tuttora ad esserlo; recenti ricerche fatte nell'area in cui sorge l'attuale eremo, hanno sollevato ipotesi riguardo l'esistenza di un luogo di culto, sempre nella stessa area ma pagano, risalente al V sec. a.C. circa; quindi si suppone che prima dell'avvento del cristianesimo, sempre in questo luogo, venisse praticato un culto che viene collegato a quello della Dea Bona, che era signora delle erbe, della terra e della guarigione. Connessa con la salute e la fecondità. Il suo nome, essendo legato ad un culto misterico del filone mediterraneo, non poteva essere pronunciato, così come i suoi rituali erano conosciuti solo da poche adepte (erano vietati agli uomini). Legato al culto era anche il bosco sacro, quello attraverso cui si accede all’attuale eremo.
Molti dei riti cristiani che vengono tutt'ora praticati, si ricollegano indirettamente alle antiche cerimonie pagane che probabilmente avvenivano in questo luogo. Ad esempio, la celebrazione che avviene il giorno del martedì di Pasqua, che ha come protagonista la Madonna di Pietrabona e che consiste nel pranzare nei pressi dell’eremo dopo la fine della cerimonia religiosa. La figura della Madonna viene presentata in questo eremo come protettrice dei lattanti, dei bambini malati e delle donne partorienti, che erano tra le caratteristiche associate anche alla dea Bona.
Nel dipinto all’interno della chiesetta è possibile osservare un raro dipinto della Vergine, raffigurata con un bambino in braccio e la pancia ancora visibile dopo il parto, cosa inusuale da vedere nei dipinti in cui viene raffigurata la vergine, dato che di solito la pancia della gravidanza non è visibile, per ovvi motivi.
Probabilmente si tratta di una rappresentazione di “passaggio”, ovvero proveniente da un periodo in cui simboli cristiani e pagani coesistevano ancora.
Il sito, oltre alla chiesa comprende anche un romitorio (luogo in cui vivevano gli eremiti), dove recentemente sono state notate delle iscrizioni, di origine sconosciuta, sull’architrave di una delle porte esterne.
È possibile visitare il sito in base al calendario delle aperture oppure su prenotazione. Le visite su prenotazione sono possibili tutto l’anno (i contatti si trovano nell’apposita sezione). Si raccomanda di indossare un abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica.