Tempio italico

Non molto distante dal centro abitato, è situata l’area archeologica. 

Oggetto di numerose campagne di scavo da parte della Soprintendenza dei Beni archeologici dell’Abruzzo, il sito è stato rinvenuto nel 1987, a seguito di scavi per la costruzione di un edificio rurale.

L’area era situata in località Piè di Franci lungo la viabilità che, attraversando il valico di Forca Caruso, collegava Roma al versante orientale dell’Abruzzo interno (il percorso viario comprendeva collegamenti con Amiternum e l’Adriatico). Questa località era frequentata già in età neolitica e protostorica, come dimostra la necropoli qui rinvenuta, risalente all’VIII-VI sec. a.C. Il corredo funebre, rinvenuto nelle tombe circolari, era tipico dei ceti agiati (fibule, bracciali, anfore,…). Tutti i rinvenimenti e la localizzazione del sito fanno pensare ad una zona ricca e prolifica.

Gli scavi hanno riportato alla luce anche due templi di epoche differenti: un tempio B, riferibile al IV sec. a.C. ed un tempio A, costruito nel II sec. a.C., in sostituzione del primo.

Nel 1997 è stato scoperto un muro, appartenente al tempio B, non visibile al pubblico perché interrato; è probabile che il tempio fosse stato demolito o livellato in favore della costruzione del tempio più recente che, al contrario, è ben conservato.

Il tempio A, costruito su una preesistenza in terra cruda, ha una struttura costuita da un pronao ed una cella; quest’ultima è distinta in tre ambienti uguali. La pavimentazione è in mosaico e nella cella centrale è presente un’iscrizione. Di età romana medio-repubblicana, era riccamente decorato e, forse, dedicato ad Ercole o Giove Quirino e ad una divinità femminile identificabile con Vacuna-Vittoria. Nuovi rinvenimenti, tra cui una statua di marmo bianco ed un felino in pietra (probabilmente rappresentante un leone europeo), fanno pensare invece al culto della dea Cibele, divinità ambivalente che simboleggiava la forza creatice e distruttrice della Natura. Non è un caso se, durante le varie campagne di scavo, sono state ritrovate tracce di crolli causati da un sisma, infatti i luoghi di culto, spesso, si trovavano a ridosso di zone "critiche" per accattivarsi le divinità affinché proteggessero la popolazione.

Il parco archeologico di Castel di Ieri offre una grande ricchezza che è tuttora in via di studio. Molte sono le scoperte, interessantissime, non solo da un punto di vista storico, ma anche antropologico e geologico.

È possibile visitare il sito in base al calendario delle aperture oppure su prenotazione. Le visite su prenotazione sono possibili tutto l’anno (i contatti si trovano nell’apposita sezione).

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